sabato 2 dicembre 2017 – h.16.00: Casa dei Crescenzi, Una dimora aristocratica del XII secolo
PrintL’edificio rappresenta l’unica abitazione nobile del XII secolo ancora conservata a Roma. Eretta da Niccolò, figlio di Crescenzio e di Teodora, controllava gli antichi moli di Roma ed il ponte Emilio, primo tratto urbano della via Aurelia.
I prospetti esterni presentano numerosi elementi di architettura romana antica riutilizzati nelle murature. Una lunga ed interessante epigrafe latina, dettata dallo stesso Niccolò di Crescenzio, è posta sul portale d’ingresso: “Niccolò, del quale questa è la casa, non ignaro dell’inutilitĂ della gloria del mondo, non costruì questa casa per vanagloria ma per rinnovare l’antico decoro di Roma. Nelle case belle ricordatevi dei sepolcri e state certi che lì non resterete a lungo. La morte viene sulle ali, per nessuno la vita è eterna, il nostro 2 Portale con iscrizionecompito è breve e il suo corso è lieve. Se fuggissi dal vento, se chiudessi cento porte, se comandassi mille guardie, non ti coricheresti senza la morte. Se ti chiudessi in un castello vicino alle stelle, da lì piĂą velocemente prende chiunque voglia. Sorge verso le stelle la casa sublime la cui mole Niccolò il grande, primo tra i primi, eresse dalle fondamenta per rinnovare il decoro dei padri, del padre il nome è Crescenzio e della madre Theodora. Il padre eresse questo illustre edificio che lo dedicò al caro figlio Davide”.
La Casa venne abbandonato nel Quattrocento, diventando una stalla con annesso fienile. Riscattata nel 1868 dal Governo pontificio e poi ceduta al Comune di Roma, dal 1939 è sede del Centro di Studi per la Storia dell’Architettura, fondato da Gustavo Giovannoni.
Entreremo al suo interno, gli ambienti medievali e scoprire che al suo interno è custodito un Archivio di disegni, fotografie e documenti che riveste una notevole importanza per la storia dell’architettura e dell’urbanistica, soprattutto del Novecento italiano, con la Biblioteca dei volumi e riviste appartenuti a Gustavo Giovannoni e ad altri soci dell’AACAr e del CSSAr.
Source Article from https://www.info.roma.it/associazione_eventi.asp?ID_evento=402
Category : Eventi
L’edificio rappresenta l’unica abitazione nobile del XII secolo ancora conservata a Roma. Eretta da Niccolò, figlio di Crescenzio e di Teodora, controllava gli antichi moli di Roma ed il ponte Emilio, primo tratto urbano della via Aurelia.
I prospetti esterni presentano numerosi elementi di architettura romana antica riutilizzati nelle murature. Una lunga ed interessante epigrafe latina, dettata dallo stesso Niccolò di Crescenzio, è posta sul portale d’ingresso: “Niccolò, del quale questa è la casa, non ignaro dell’inutilitĂ della gloria del mondo, non costruì questa casa per vanagloria ma per rinnovare l’antico decoro di Roma. Nelle case belle ricordatevi dei sepolcri e state certi che lì non resterete a lungo. La morte viene sulle ali, per nessuno la vita è eterna, il nostro 2 Portale con iscrizionecompito è breve e il suo corso è lieve. Se fuggissi dal vento, se chiudessi cento porte, se comandassi mille guardie, non ti coricheresti senza la morte. Se ti chiudessi in un castello vicino alle stelle, da lì piĂą velocemente prende chiunque voglia. Sorge verso le stelle la casa sublime la cui mole Niccolò il grande, primo tra i primi, eresse dalle fondamenta per rinnovare il decoro dei padri, del padre il nome è Crescenzio e della madre Theodora. Il padre eresse questo illustre edificio che lo dedicò al caro figlio Davide”.
La Casa venne abbandonato nel Quattrocento, diventando una stalla con annesso fienile. Riscattata nel 1868 dal Governo pontificio e poi ceduta al Comune di Roma, dal 1939 è sede del Centro di Studi per la Storia dell’Architettura, fondato da Gustavo Giovannoni.
Entreremo al suo interno, gli ambienti medievali e scoprire che al suo interno è custodito un Archivio di disegni, fotografie e documenti che riveste una notevole importanza per la storia dell’architettura e dell’urbanistica, soprattutto del Novecento italiano, con la Biblioteca dei volumi e riviste appartenuti a Gustavo Giovannoni e ad altri soci dell’AACAr e del CSSAr.
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