04/05/2012 – Le Allegre Comari di Windsor
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Fu per volont della regina Elisabetta I che il Bardo riesum Sir John Falstaff, fatto morire nella sua precedente opera, lEnrico V: nacque cos LE ALLEGRE COMARI di WINDSOR.
Ad accreditare questo aneddoto fu infatti John Dennis, che lo rifer nel 1702.
La smania della regina, come precis pochi anni dopo un altro attento cronista shakespeariano, Nicholas Rowe, derivava da un suo divertito invaghimento per la poderosa figura comica di Falstaff; invaghimento che le istill il desiderio di vederlo in un altro dramma, e per di pi innamorato. Sicch, per non venir meno al dictat dellimperiosa Elisabetta, Shakespeare avrebbe, non gi resuscitato Falstaff, che moderno espediente da soap-opera, ma escogitato l intreccio narrativo delle Allegre comari collocandone la vicenda in un tempo immediatamente precedente alla morte del cavaliere, raccontata da Mistress Quickly, altro personaggio riproposto, nell Enrico V .
Anche questa Nostra edizione, bench passati parecchi secoli, nasce sotto locchio vigile e severo della GRANDE Regina: intrighi, scherzi e maramaldate, sfileranno cos secondo il divertito gusto shakespeariano .
Protagonista della vicenda Sir John, con le sue esuberanti smargiassate da guascone, la sua sovrabbondante figura, la sua pletorica simpatia cialtrona, il suo amore per la crapula e il bicchiere e la sua irresistibile, endemica disonest viziosa e bonaria. Con gli occhi di oggi, lo considereremmo un diverso, sia per verbo che per figura, un avverso al presupposto bigotto di una societ borghese.
Ma la tessitura della commedia stessa, va oltre lapparenza e, per andar al di l del detto che lapparenza inganna, proprio dinganni e scherzi, per lo pi perfidi, questa avviluppata.
Vi si racconta di una societ, che vive sotto locchio della Corte, dove il dileggio luno dellaltro dei componenti della comunit, fa da quotidiano passatempo: la protervia della condizione di nascita e dello svolgersi dei fatti della vita dognuno la far da presupposto dominante.
Tanto pronti ad impugnar le spade, a difesa di supposti e ridicoli onori, quanto a deporle per sostituirli con boccali di vin di Spagna, al fin inconscio di proporsi come innocue prede di chi del borseggio fa scopo di vita.
Un ventaglio di pi svariata umanit la far da protagonista della vicenda: il bonario benestante, il meschino geloso, lo scaltro pedante, il servo scimunito, il pavido baciapile, lampolloso bottegaio, lantipatico saccente. Ma su tutti trionferanno le donne, le qua raccontate Comari, che con furbizia e lungimirante intelligenza, collocheranno in maniera indolore per la comunit, la parola fine alla vicenda.
Quindi, amori e amanti , guasconi maldestri e burocrati vacui, mariti gelosi e golosi mercanti, mercenari allettanti ed infingardi, ci racconteranno la storia che , come nelle migliori tradizioni teatrali, verr in alcuni parti rafforzata dalla partitura musicale, sottolineando di volta in volta momenti o comici, o grotteschi, o romantici.
Fabio Grossi
Orari: 20.45. Mercoled e domenica ore 17.00
I Plateaeuro 32 II Plateaeuro 30 Balconataeuro 28
I Galleriaeuro 17 II Galleriaeuro 11
Ridotto giovani e gruppi: fino al 36%
Ridotto over 65 (mercoled e sabato pomeriggio): fino al 22%
Source Article from http://www.info.roma.it/evento_dettaglio.asp?eventi=23125
Category : Eventi